Studio associazione farmaci antiipertensivi con cure coronavirus

Studio associazione farmaci antiipertensivi con cure coronavirus

Un articolo pubblicato su Circulation Research riporta i risultati di uno studio realizzato da un gruppo di ricercatoti di Wuhan, che hanno analizzato per un mese l’andamento clinico di 1128 pazienti ipertesi, 188 in trattamento con ACE-inibitori/sartani e 940 in trattamento con altri farmaci antipertensivi.

Perchè lo studio?

Inizialmente era uscita una notizia che l’uso di farmaci antiipertensivi aggravasse le condizioni dei malati di Covid-19.

Successivamente la notizia era stata smentita ma semplicemente perché non esistevano evidenze scientifiche di questa teoria.

Prima di poter fare un’affermazione del genere bisogna studiare gli effetti del farmaco su un numero ampio di pazienti ipertesi che assumono il farmaco e contemporaneamente studiare lo sviluppo della malattia di un altrettanto ampio numero di pazienti che non assumono il farmaco. Solo così si può fare un’ipotesi che abbia un significato scentifico.

Adesso il test è stato fatto. Puoi trovare la ricerca originale qui. Sotto la traduzione in italiano

Astratto della ricerca tra i malati di Covid-19 che assumono farmaci ipertensivi

icerca sull'uso dei farmaci antiinpertensivi da parte di malati di covid19

Motivazione: L’uso di inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACEI) e bloccanti del recettore dell’angiotensina II (ARB) è una delle principali preoccupazioni per i medici che curano la malattia di coronavirus 2019 (COVID-19) nei pazienti con ipertensione.

Obiettivo: determinare l’associazione tra l’uso in ospedale di ACEI / ARB e la mortalità per tutte le cause nei pazienti con COVID-19 con ipertensione.

Metodi e risultati: Questo studio retrospettivo e multicentrico ha incluso 1128 pazienti adulti con ipertensione con diagnosi di COVID-19, di cui 188 che assumevano ACEI / ARB (gruppo ACEI / ARB; età media 64 [IQR 55-68] anni; 53,2% uomini) e 940 senza usare ACEI / ARB (gruppo non ACEI / ARB; età media 64 anni [IQR 57-69]; 53,5% uomini), che sono stati ricoverati in nove ospedali nella provincia di Hubei, Cina dal 31 dicembre 2019 al 20 febbraio, 2020.

Il tasso di mortalità non aggiustato è stato più basso nel gruppo ACEI / ARB rispetto al gruppo non ACEI / ARB (3,7% vs. 9,8%; P = 0,01). Nel modello di Cox ad effetto misto che tratta il sito come un effetto casuale, dopo aggiustamento per età, sesso, comorbilità e farmaci in ospedale, il rischio rilevato per la mortalità per tutte le cause era inferiore nel gruppo ACEI / ARB rispetto al non-ACEI / Gruppo ARB (HR aggiustato, 0,42; IC al 95%, 0,19-0,92; P = 0,03).

In un’analisi di corrispondenza del punteggio di propensione seguita dall’adeguamento delle variabili sbilanciate nel modello di Cox a effetti misti, i risultati hanno costantemente dimostrato un minor rischio di mortalità COVID-19 nei pazienti che hanno ricevuto ACEI / ARB rispetto a quelli che non hanno ricevuto ACEI / ARB (HR aggiustato, 0,37; IC al 95%, 0,15-0,89; P = 0,03).

Un’ulteriore analisi con corrispondenza del punteggio di propensione dei sottogruppi ha indicato che, rispetto all’uso di altri farmaci antiipertensivi, ACEI / ARB è stato anche associato a riduzione della mortalità (HR aggiustata, 0,30; IC al 95%, 0,12-0,70; P = 0,01) in pazienti COVID-19 con ipertensione.

Conclusioni: tra i pazienti ospedalizzati con COVID-19 con ipertensione, l’uso ospedaliero di ACEI / ARB era associato a un minor rischio di mortalità per tutte le cause rispetto ai non utilizzatori di ACEI / ARB. Mentre l’interpretazione dello studio deve considerare il potenziale per i confondenti residui, è improbabile che l’uso in ospedale di ACEI / ARB sia associato ad un aumentato rischio di mortalità.


Minor rischio non significa protezione

Quanto sopra riportato è solo un riassunto dei risultati della ricerca, che era tesa a valutare se i farmaci ipertensivi fossero pericolosi per i malati di Covid-19. La conclusione, pur con tutti i dati significativi di minor mortalità nei pazienti che assumono protettori per l’ipertensione, è stata che è improbabile che l’uso in ospedale di ACEI / ARB sia associato ad un aumentato rischio di mortalità.

Lo studio non conclude neanche con la certezza che i farmaci siano ininfluenti, ma che è improbabile che siano pericolosi.

La notizia è stata riportata in Italia da Medical Facts, il sito di Roberto Burioni.

Nella notizia riportata da Burioni questa incertezza sui risultati finali dello studio non solo è diventata certezza, ma addirittura la conclusione che i farmaci ipertensivi proteggano dagli effetti del coronavirus.

Roberto Burioni

I risultati ottenuti hanno evidenziato che i pazienti in trattamento con ACE-inibitori/sartani hanno avuto una mortalità intraospedaliera significativamente più bassa rispetto a quelli che non ne facevano uso. Questo risultato cosiddetto “crudo” (poiché confronto secco tra 2 gruppi di pazienti che risultano diversi per altri fattori clinici) è stato confermato da ulteriori analisi statistiche che hanno “bilanciato” le differenze cliniche tra i due gruppi. Pertanto, i pazienti ipertesi COVID-19 in trattamento con ACE-inibitori/sartani sembrano essere stati “protetti” da questi farmaci, nel corso del loro ricovero, ribaltando quelle che erano le premesse iniziali.

L’articolo conclude con una chiosa a questo punto divertente:

Comunque, deve far riflettere il fatto che, troppo spesso, vengono diffuse, prevalentemente attraverso la stampa divulgativa, i social media e da canali non scientifici, notizie allarmanti e prive di qualsiasi fondamento. Quando volete avere più certezze che dubbi leggete le riviste scientifiche

admin La Mia Pressione

Leggi l’articolo completo sul blog originale

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Studio associazione farmaci antiipertensivi con cure coronavirus ultima modifica: 2020-04-29T08:37:24+02:00 da Blogs Da Seguire