Tecnobarocco: tecnologie inutili e altri disastri

Tecnobarocco: tecnologie inutili e altri disastri

Mario Tozzi è un geologo, primo ricercatore presso il CNR, dove si occupa dell’evoluzione geologica del Mediterraneo centro-orientale. E’ anche autore e conduttore tv con programmi di divulgazione scientifica (Gaia, Atlantide).

Certamente scrivere non è il suo mestiere, nonostante i 17 saggi pubblicati finora (fonte wikipedia), ed in Tecnobarocco questo aspetto si presenta con pesantezza.

La forma è colloquiale, bisogna immaginarsi una sera a cena con Tozzi ed altri amici, qualcuno che domanda “Allora Mario, che ne pensi dello sviluppo tecnologico attuale ?” e Tozzi che parte parlando ininterrotto per un paio d’ore, saltando da un argomento all’altro, ma comunque tenendo vivo l’interesse dell’ascoltatore.

Molte sono le cose dette, ma non tutte spiegate bene e fino in fondo, come se i collegamenti mentali che risultano naturali nel parlato, aprendo infinite parentesi e collegandosi ad altre idee nate sul momento, non siano state riordinate nel momento di portare tutto su carta.

Quello che si può trarre da Tecnobarocco non è una risposta definitiva, ma una traccia, un abbozzo di idee che poi deve portare il lettore a ragionare ed a trarre se possibile le stesse conclusioni: La tecnologia ci aiuta a vivere meglio, solletica gli agi della vita, ma presenta molte inefficienze e controindicazioni, tanto che dovrebbe essere reindirizzata più ad un progresso culturale che tecnico.

Quello che percepiamo come progresso tecnologico spesso è solo di facciata, tante lucine per ripresentare un prodotto uguale a se stesso, che non risolve problemi, ma ne crea di nuovi. Sia i piccoli oggetti hitech che introduciamo nella nostra casa sia i grandi progetti infrastrutturali presentano magagne non secondarie e creano nuovi problemi da risolvere, spesso di carattere ambientale.

— un paragrafo significativo —
Ma si può bloccare la tecnologia barocca? La risposta è no: é semplicemente impossibile, neanche laddove fossimo disposti a cambiamenti di abitudini e stili di vita o pronti a una dolorosa redistribuzione delle risorse e delle ricchezze. E, comunque, nessuno sembra disposto a rinunciare per primo a niente. Bloccare la tecnologia inutile significa, in realtà, bloccare la tecnologia in toto. E nessuno vuole o può farlo, anche se livelli tecnologici raggiunti sarebbero più che sufficienti a una vita agiata che tutti.

Ma se non si può bloccare, forse si può recedere dall’intensità e dalla velocità, i veri fattori cruciali della turbotecnologia. Meno intensità non significa necessariamente minore qualità, ma certo meno quantità: non sembra proprio un difetto è solo una proposta moderata, una risposta che facciamo ancora in tempo a dare, prima che, magari, siano cambiate le domande.

Forse qualcos’altro si può fare. Forse la nostra generazione l’ultima che può ancora utilizzare consapevolmente il livello attuale di tecnologia limitando le conseguenze negative. Voglio dire che solo i nativi non digitali portano memoria di esperienze analogiche pregresse che permettono una maggiore comprensione dei limiti della tecnologia digitale. In un mondo delle informazioni bombardato dalle immagini, nella piena incertezza delle fonti e governato dalla legge della massima velocità per il minimo approfondimento, sole i non digitali si sanno orientare e  comprenderne le tendenze. Lentamente, ma lo fanno.

— la presentazione ufficiale —

La tecnologia del terzo millennio non aiuta gli uomini a migliorare la loro esistenza né a ridurre gli impatti sul pianeta. Non è semplice, né utile e nemmeno educativa. Essa, totalmente slegata dalla radice scientifica, è, invece, fine a se stessa, “barocca”, dannosa e insostenibile da un punto di vista ambientale. Viene spesso usata per rimediare ai danni perpetrati da una tecnologia precedente, incrementa i profitti basati sui bisogni indotti, accelera l’obsolescenza di oggetti e macchine, è costosa, fa perdere tempo. Attraverso molti esempi Mario Tozzi dimostra l’inutilità di bizzarri marchingegni che riteniamo indispensabili e di cui potremmo fare a meno. D’altro canto, egli sottolinea l’utilità di quella tecnologia semplice che ha rappresentato un vero miglioramento nelle condizioni della vita degli uomini senza compromettere l’ecosistema Terra.

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admin-Salvatore

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recensione Romanzi

Tecnobarocco: tecnologie inutili e altri disastri ultima modifica: 2017-11-26T10:53:35+01:00 da Blogs Da Seguire