La via del sole

Un ricco e giovane ingegnere, vicino alla pazzia, decide che la sua baita in montagna deve essere sempre assolata. Grazie ai suoi enormi mezzi finanziari ed alla corruzione politica, dedica tutti gli anni della sua vita a distruggere le montagne ed i picchi che nascondono il sole alla sua abitazione.

Incurante dell’enorme danno ecologico, delle poche e vane proteste, prosegue la sua opera distruttrice, dimenticando egli stesso il motivo di tanta distruzione, abbandonando la sua amata baita che, adesso è baciata dal sole ad ogni ora del giorno, ma senza che il proprietario possa giovarne, sempre ad inseguire il suo sogno onnipotente. L’ultimo tardivo pentimento è quasi insopportabile per quanto scontato ed inutile alla storia.

Quanto ci può volere a raccontare una storia del genere? Non le poche righe in cui io l’ho riassunta, ma neanche le tante pagine del romanzo La via del sole di Mauro Corona, che infatti è spesso ripetitivo, senza peraltro neanche cambiare le parole per esprimere nuovamente lo stesso concetto, ma riverberando più volte gli stessi argomenti.

L’idea è originale e potente, la trascrizione retorica, ripetitiva, assente di variazioni che possano dare linfa alla trama.

La denuncia della politica corrotta, della finanzia cieca ai bisogni reali, dell’inerzia omertosa della cittadinanza poteva essere sviluppata maggiormente, almeno per fare di questo romanzo un’opera di biasimo della società attuale. Invece tutto si perde in poche parole, sferzanti ma isolate, e tutto si giustifica con un testamento risarcitivo alla morte dell’ingegnere che amava definirsi “il male”.

— un paragrafo significativo —

«Lei non differisce granché dal suo potente genitore» disse l’omino, «entrambi modificate le montagne al ribasso, le spianate. Non entro nel merito, sono affari vostri. E che affari, mi vien da pensare. Credo però che educazione e buone maniere non siano da rivolgere soltanto ai nostri simili, ma alla natura intera. La terra è una creatura come noi, ha i suoi diritti, le si deve rispetto e buone maniere. Questa è l’educazione. Se un uomo non rispetta la natura, men che meno rispetterà i suoi simili. La sua educazione, il suo garbo, i suoi slanci nobili saranno soltanto di facciata. Ne conosco tanti come lei, sa.»
«Eccolo che mi fa la morale» disse l’ingegnere. «Si svegli, reverendo, il mondo è dei furbi.» S’allontanò qualche passo per andarsene, poi, come scosso da un’idea formidabile, si voltò di scatto e disse: «Anzi, non è dei furbi ma di chi ha soldi».
L’omino replicò: «La terra dovrebbe godere gli stessi diritti dell’uomo. E doveri. In quanto a questi ultimi, essa li compie col maggior zelo possibile. Magari la imitassero gli esseri umani. La terra lavora per noi. Ci dà le stagioni, la frutta, la verdura, il cibo naturale, gli animali. Il mare ci offre pesci, il cielo ci dà aria, pioggia, sole».
«Già, il sole» ribatté l’ingegnere, «la natura ce lo dà a spizzichi e bocconi ma ora sono qui io a rimediare.»

— la presentazione ufficiale —

“Nessuno è tanto annoiato quanto un ricco” dice Mauro Corona parafrasando il grande poeta Iosif Brodskij, e lo sa bene il protagonista di questo romanzo, un ragazzo talmente abituato a ottenere tutto dalla vita che ormai da tutto è nauseato. Di ottima famiglia, ricchissimo e anche piuttosto affascinante, a nemmeno trent’anni è già uno stimato ingegnere cui non manca davvero nulla: ville, automobili, ma anche amici, donne e salute. Un eccesso di cose per lui sempre più opprimente…È per questo che di punto in bianco decide di dare una svolta radicale alla sua esistenza abbandonando il lavoro e rinunciando a ogni comodità per andare a vivere in una baita di montagna. E proprio mentre comunica ai genitori l’intenzione di ritirarsi sdegnosamente dal mondo, ne capisce ancora più profondamente le ragioni. Evocando le memorie dell’infanzia, scopre infatti i ricordi buoni: visioni di cime lontane, limpide sorgenti, ruscelli canterini, pascoli verdi e cascate lucenti di sole. Sì, il sole! È lui il ricordo più bello, il vero motivo che lo spinge a lasciare tutto e trasferirsi lassù.Ma una volta tra i monti, dove finalmente può dedicarsi incessantemente alla contemplazione della palla infuocata, si accorge che le ore di luce a sua disposizione non gli bastano più. Ogni giorno osserva la via del sole scoprendo, con una certa stizza, che a levante una vetta ne ritarda l’uscita mentre, dalla parte opposta, un altro picco ne anticipa la scomparsa.Accecato da un’avidità insaziabile, comincia quindi ad abbattere le cime che circondano la baita pur di godere, per qualche minuto in più, della vista del suo amato astro, dando così inizio a uno scempio colossale e insensato.

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recensione Romanzi

La via del sole ultima modifica: 2017-07-14T23:02:58+02:00 da Blogs Da Seguire