I migliori di noi

I migliori di noi

I migliori di noi racconta di un gruppo di amici che conducono una vita tranquilla e forse un po’ troppo monotona che con un po’ di leggerezza irresponsabile accettano di fare un concerto per l’inaugurazione del nuovo Teatro di Arezzo, pur non essendo veramente dei musicisti (se non in un pallido ricordo di gioventù).

Tra Max e Fabio inoltre aleggia un torto mai chiarito, un dispiacere mai scusato, un tradimento di cui non è mai stato chiesto il perdono. Max infatti vive di rendita per il grande successo del testo di un’unica canzone, ma che aveva ideato insieme a Fabio.

Un po’ troppo poco per costruirci sopra un romanzo, che però alla fine funziona.
Mai come in questo caso è vero che non conta la meta finale, ma il viaggio che vi conduce.

E Andrea Scanzi è un maestro nel costruire le sfaccettature dei personaggi, nel raccontare le loro intimità, fino a renderli vivi ed a trasmettere il reale rapporto di amicizia tra i due protagonisti.

La ricerca delle parole giuste è un’esercizio che a Scanzi riesce con incredibile facilità ed i risultati del suo gioco con le parole sono ottimi.

Il romanzo però piacerà particolarmente agli aretini, e a chi conosce la città di Arezzo, per i continui riferimenti a monumenti, tragitti, piazze e vie caratteristiche.

— un paragrafo significativo —

Piazza San Michele, sei mesi prima. Fabio compra i giornali nella sua edicola preferita. Quella piccola piazzetta, sospesa a sinistra di corso Italia per chi sta scendendo verso via Crispi, gli ha sempre messo buonumore. Più che una piazza è una parentesi. Una bella parentesi.
Chiede i giornali di sempre, perché è abitudinario anche in quello.
«Vedo che “La Gazzetta” la leggi ancora.» Fabio non si gira subito. Prima vuole concedersi quel momento. Non si vedono da anni, anzi decenni. Forse secoli. È un tuffo nel passato. Come se il cerchio si fosse chiuso. E l’altro non avesse mai smesso di leggere Zagor.
Fabio, adesso, può girarsi. Lo guarda. È sempre lui.
«Non sai quanto fosse difficile trovarlo in America.» Pausa, tiro di sigaretta, ciuffo aggiustato con gesto studiatissimo della mano destra. «Zagor, intendo.» Fabio socchiude gli occhi, la parola «America» gli ha fatto un po’ male. È stata una fitta. Bergie guarda quello strano nuovo tipo con le All Star. Non l’ha mai visto prima, eppure gli sembra di conoscerlo.
«È tuo quel sacco di pulci?»
«Dillo un’altra volta e ti mitraglio all’altezza dell’addome.»
Max sorride: «Tipo Chuck Norris?».
«Peggio.»

— la presentazione ufficiale —

«Era così ogni sera, ed era bello. Una di quelle piccole abitudini che ti fanno salva la vita.»

Fabio non si è mai mosso dalla città in cui è nato, ha un figlio lontano e un lavoro che non è diverso da molti altri. Max è tornato da chissà dove e chissà perché. Non ha niente e nessuno. Eppure, per i due che si rincontrano dopo quasi trent’anni, è come non essersi mai lasciati: le corse notturne in bicicletta, la musica, il vino. I cani, quelli salvati e quelli salvatori. Le promesse. E le risate, appoggiati al banco del solito bar. Certe amicizie rinascono come niente, ma si portano dietro anche quello che si voleva dimenticare: gli strascichi di una partenza improvvisa e dolorosa, il senso di colpa per una brutta storia, un perdono mancato. Tra un amore che nasce e un altro che certo non muore, l’attesa di una diagnosi incerta è il momento perfetto per capire cosa si è preso il tempo. E cosa ha dato. “Perché mi hai lasciato solo per tutti questi anni? Eravamo i migliori. I migliori di noi. Tra fratelli figli unici, non si fa.” Un romanzo folgorante sull’amicizia e sull’amore, sul tempo che ci scivola addosso, sulle cose che lasciamo andare, e su quello che abbiamo salvato.

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admin-Salvatore

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recensione Romanzi

I migliori di noi ultima modifica: 2017-06-03T11:02:51+02:00 da Blogs Da Seguire